Utilizzando dei concertatori di energia solare, ossia delle lastre che possono essere in plastica o vetro all'interno delle quali sono accumulati dei cromofori, cioè dei particelle capaci di assorbire la luce e di riemetterla in una secondo momento, i ricercatori dell'università Bicocca di Milano, insieme a quelli del Laboratorio Nazionale di Los Alamos negli Stati Uniti, hanno ideato nuove possibilità future che offrono infinite possibilità alla Green Architecture.
La luce viene convogliata verso gli spigoli delle lastre sfruttando la riflessione interna, con lo stesso meccanismo utilizzato nelle fibre ottiche, e lì, piccole celle solari la trasformano in energia elettrica.
Fino ad oggi i cromofori non erano stati utilizzati a questo scopo per la difficoltà di conservare la luce, in pratica la luce emessa da un cromoforo veniva subito riassorbita dal successivo perdendo mano a mano di intensità, ma ora gli scienziati sono riusciti a sviluppare una tecnica che utilizza degli speciali microcristalli colloidali che fungono da involucro ai cromofori, come un guscio che ricopre il nocciolo.
In questo modo, la luce si può propagare per lunghe distanze senza perdere di intensità anche su distanze grandi, permettendo quindi l'utilizzo di questi materiali anche su dimensioni architettoniche.
Il grado di trasparenza e il colore dei pannelli possono essere scelti secondo gusto e necessità, lasciando quindi spazio non solo alla biosostenibilità, ma anche alla creatività.
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