Si chiamava Henri Gustav Molaison, un paziente che per circa 50 anni è stato studiato e conosciuto come il paziente HM o il paziente senza memoria.
Sin da piccolo soffriva di una grave forma di epilessia, forse causata o aggravata da un trauma alla testa subito in giovane età, dopo i venti anni i suoi attacchi epilettici erano così frequenti e così violenti da non permettergli di lavorare né di avere una vita normale così nel 1953 il chirurgo William Scoville tentò su di lui un'operazione sperimentale che prevedeva la rimozione di 8 cm di tessuto cerebrale nei lobi temporali mediali, compresi i due terzi anteriori dell'ippocampo, le cortecce entorinale e peririnale e l'amigdala, l'epilessia migliorò, ma il signor Molaison perse per sempre la capacità di memorizzare, non perse i vecchi ricordi, ma non riuscì più, per tutto il resto della vita a accumularne di nuovi, non aveva però perso la memoria procedurale, era cioè in fado di imparare a svolgere nuovi compiti.
Per oltre 50 anni, fino alla sua morte avvenuta nel 2008, ha vissuto in un eterno presente, ma ciò che rende davvero speciale Henri Molaison è la sua completa disponibilità nei confronti della scienza che ha permesso di sottoporlo a centinaia di test in vita e che lo ha portato a donare il suo cervello alla scienza dopo la morte.
Il cervello è stato sezionato e scansionato per ricostruirne un modello 3D da studiare per arrivare a capire i segreti della memoria e anche i suoi collegamenti con malattie tipo l'alzheimer.
Si è scoperta una piccola lesione al lobo orbitofrontale sinistro che potrebbe essere stata erroneamente provocata dal chirurgo durante l'intervento, ma ancora più sorprendente è stato scoprire che molte porzioni di tessuto dell'ippocampo erano ancora presenti mentre si riteneva che fossero state rimosse nel '53, il collegamento tra ippocampo e corteccia entorinale invece era danneggiato fortemente, ed è proprio la stessa regione cerebrale che sembra più pesantemente interessata nel morbo di Alzheimer.
Gli studi sul paziente senza memoria proseguono ancora.
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