NEO

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martedì 10 dicembre 2013

Decodificato il più antico genoma umano, risale a 400 mila anni fa.

Nel più grande giacimento di fossili umani del Pleistocene (tra i 500 e i 120 mila anni fa)in Spagna è stato ritrovato anche il femore di Homo Heidelbergensis da cui con una tecnica innovativa studiata all'Istituto di antropologia evolutiva Max Planck, si è potuto estrarre DNA.
I risultati sono stati sorprendenti secondo alcuni ricercatori, ovvi secondo altri.
La linea evoluzionistica delle razza umana infatti è tutt'altro che chiara, e su molti punti si deve ancora far luce.




Mentre Mathias Meyer e il suo gruppo di ricercatori che ha effettuato le indagini supponeva che il DNA avrebbe rivelato un legame con l'uomo di Neandertal con cui ci sono notevoli somiglianze fisiche, ha invece svelato una parentela con i Denisoviani, popolazione umana ritrovata in siberia che si riteneva imparentata sia con i Neandertal che con gli uomini moderni, sorpresa dunque per molti, ma non per tutti, il professor Giorgio Manzi dell'università La Sapienza di Roma sostiene infatti che per lui l'homo di Denisova non è altro che una variante tardiva dell'homo Heidelbergensis e che quindi i risultati del DNA siano conformi alle sue aspettative.
Chissà che questa nuova tecnica di estrazione del DNA che permette di utilizzare anche fossili antichissimi non possa finalmente chiarire la via dell'evoluzione umana.

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