Presso l'università di Buffalo, un team di cui fa parte anche l'italiano Tommaso Melodia, professore di ingegneria elettrica, ha messo a punto un dispositivo che permette al segnale Wi-Fi di trasmettersi anche nelle profondità marine.
Questo strumento è stato pensato per poter diffondere dati in maniera istantanea riguardo la possibilità di onde anomale che potrebbero abbattersi sulle coste.
Per ora un modem pesa 18 Kg, è lento e molto rumoroso, per il futuro si pensa a strumenti più sofisticati e con un minore impatto, ma per le funzioni base anche questo modello potrebbe rivelarsi utile, dicono i ricercatori.
Esistono già dei centri di allerta Tsunami, negli stati uniti ce ne sono due, uno sulla costa est e uno su quella ovest, ma utilizzano le onde radio che sott'acqua funzionano male, dipendono oltretutto anche dalle variazioni di temperatura, che possono trasformare in poco tempo un buon canale di comunicazione in un canale inefficiente, il nuovo dispositivo permetterebbe una comunicazione più diretta e affidabile.
Internet sottomarino potrebbe anche essere utile per scopi militari o scientifici o ambientali, come monitorare le piattaforme petrolifere.
Altri team che si occupano di sviluppare Wi-Fi subacquei più specificamente pensati per la tutela ambientale, hanno appurato però che il rumore di questi dispositivi può causare danni ai sonar dei delfini se si avvicinano più di 10 m, mentre per altri pesci, seppure ad una distanza molto minore dal punto di emissione ci sarebbe il rischio di danneggiare la vescica natatoria.
Abbiamo la tecnologia dunque, ma bisognerà stare ben attenti a valutare come e dove utilizzarla.
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