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venerdì 11 ottobre 2013

Un nuovo farmaco potrà forse curare Alzheimer, Parkinson e altre patologie neurodegenerative

Un approccio nuovo, completamente diverso ha permesso alla dottoressa Giovanna Mallucci dell'unità di tossicologia dell'università di Leicester di arrivare forse molto vicina ad una possibile cura per queste terribili malattie degenerative.
L'esperimento, che ha dato risultati eccezionali, è stato condotto su topi che avevano una patologia simile a quella della mucca pazza (il morbo di Creutzfeldt-Jakob), in questa patologia la produzione di proteine aberranti che normalmente serve a proteggere il cervello da infezioni virali, non cessa mai e alla continua produzione consegue un accumulo delle proteine nei neuroni che di conseguenza smettono di produrre qualsiasi altra proteina lasciandosi quindi "morire di fame". In molte altre malattie degenerative il meccanismo è praticamente lo stesso, quello che cambia è la proteina prodotta, ma non il risultato e cioè la morte dei neuroni.
Quello che la Dott.ssa Mallucci ha fatto è stato cambiare completamente l'approccio alla patologia, piuttosto che contrastare le proteine prodotte, ha puntato al ripristino della sintesi proteica nei neuroni.
Nello studio si vedono i topi non trattati morire nel giro di 12 settimane, mentre non si notano segni di degenerazione cerebrale nei topi trattati, il composto somministrato ha completamente bloccato la neurodegenerazione.
Il composto somministrato ai topi nello studio non potrebbe essere somministrato agli uomini, ad esempio per via degli effetti collaterali sul pancreas, i topi trattati hanno infatti sviluppato una lieve forma di diabete e perso peso, ma è senz'altro un ottimo inizio che potrebbe portare ad una terapia rivoluzionaria.

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