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sabato 12 ottobre 2013

DNA, codice genetico o "materiale da costruzione"?

All'università di Milano si è creato un team guidato dal prof. Bellini formato da fisici e biologi molecolari e stabilita una collaborazione con i fisici teorici dell'università di Roma, l'obiettivo era progettare strutture del DNA che dessero luogo a nuovi materiali.
Da una decina di anni si è capito che il DNA può essere utilizzato per costruire nanostrutture di vario genere, nanomacchine, nanocontenitori ecc.. e la cosa più entusiasmante è che se la quattro basi del DNA sono sapientemente sequenziate, le nanostrutture possono comporsi autonomamente.
Il gruppo di ricercatori guidato da Bellini ha creato delle molecole che combinano tra loro diversi filamenti di DNA e prendono la forma di nanostelline con 3 o 4 bracci, queste "stelline" possono attaccarsi tra loro sulla punta dei bracci e modificando le condizioni e il modo in cui esse si uniscono si può ottenere un composto liquido o gelatinoso, lasciando quindi spazio a proprietà diverse.
In pratica si può ottenere un gel formato solamente da acqua e DNA con proprietà estremamente biocompatibili e con svariate possibili applicazioni, come il trasporto dei farmaci o l'autoassemblaggio di materiali con particolari proprietà elastiche e meccaniche.
Questo lavoro dimostra quante sorprese ancora ci potrà riservare il DNA, la sua ingegnerizzazione potrà portare alla scoperta di nuovi materiali intelligenti fino ad oggi inimmaginabili che avranno forme e proprietà nuove e affascinanti.

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