Milioni di anni fa, quando è inizia l'evoluzione dei primi primati e poi la differenziazione uomo-scimmia uno dei più temibili predatori dell'uomo era il serpente, questi esseri striscianti trovavano nei primati delle prede particolarmente appetibili ed è proprio questo probabilmente che ha favorito lo sviluppo di particolari capacità visive della nostra specie e di tutto il ramo evolutivo.
Le altre prede dei serpenti vivevano sotto terra, non avevano quindi in genere una vista ben sviluppata, ma i primati invece vivevano in superficie, spesso sugli alberi e dovevano riuscire ad individuare i serpenti prima di essere attaccati.
I pochi primati che non hanno avuto incontri con i serpenti nell'arco dell'evoluzione, come i lemuri del Madagascar, hanno una vista più debole rispetto agli altri.
La dottoressa Isbell per approfondire le sue ricerche su questo tema ha partecipato ad uno studio sulla vista dei macachi e di come questi reagiscano alla vista dei serpenti.
La parte del cervello studiata è una pare del Talamo, una parte evolutivamente molto antica, più in particolare la zona del pulvinar, interna al talamo, quello che si è evidenziato è che i macachi reagivano molto di più e più in fretta quando venivano a loro mostrate fotografie di serpenti rispetto a quando gli venivano mostrate delle forme geometriche o foto di altri macachi anche arrabbiati.
Ulteriori approfondimenti saranno necessari per meglio capire questa interazione, e sarà difficile trasferire questi risultati all'uomo in cui subentrano prepotentemente funzioni come quelle dell'apprendimento e della memoria ad influenzare il comportamento di fronte al pericolo.
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