Dall'università di Torino ancora le cellule staminali in primo piano, questa volta per la rigenerazione dei tessuti oculari causate da traumi, da farmaci o degenerative, in modo da risolvere i problemi dovuti ai trapianti, primo fra tutti il rischio di rigetto, ma anche gli effetti collaterali dei farmaci antirigetto.
Probabilmente in casi di lievi danni alla cornea e in casi di trombosi retiniche si potrà semplicemente applicare una lente a contatto morbida, ricoperta di cellule staminali autologhe, questi innesti causerebbero una riparazione.
Per quanto riguarda la retina, partendo dal fatto che alcuni pesci sono in grado di rigenerare la retina qualora si danneggiasse, si dovrebbero mappare tutte le sedi retiniche delle cellule staminali quiescenti, per poi poterle attivare se necessario.
Malattie come la retinite pigmentosa, la degenerazione maculare senile e il glaucoma non sono praticamente trattate al momento, se non per cercare di rallentarne l'evoluzione, in seguito si potrebbe invece rigenerare il tessuto danneggiato risvegliando le cellule staminali quiescenti già presenti in loco.
Oggi un team di Londra sembra sia riuscito a riprodurre la retina in vitro raccogliendo le cellule staminali e poi facendole evolvere in fotorecettori.
L'esperimento è stato effettuato sui topi e la retina prodotta in vitro è stata poi inserita in loco, lo studio, pubblicato sul Jurnal medic Biotechnology, ha mostrato come il nuovo tessuto si legasse alla struttura oculare e iniziasse a funzionare.
Purtroppo per ora le cellule che sono riuscite ad impiantarsi e funzionare sono ancora poche, su 200.000 impiantate solo 1000, ma i ricercatori sono fiduciosi di poter iniziare una sperimentazione sull'uomo tra circa 5 anni.
L'occhio è un organo ottimale per iniziare la sperimentazione rigenerativa con le cellule staminali, perché è piccolo e quindi basta un numero di cellule "basso", perché ha un sistema immunitario debole e quindi minor rischio di rigetto e perché le cellule rigenerate hanno il compito relativamente facile di passare il segnale elettrico ad altre cellule, mentre in altre patologie i compiti da svolgere e le interazioni delle cellule reimpiantate potrebbero essere più numerosi.
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