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martedì 9 luglio 2013
La vita di un bambino salvata da una trachea realizzata con una stampante 3D
Ormai è evidente l'impatto che le stampanti 3D stanno avendo sul nostro presente e quanto potranno cambiare il nostro futuro. Ci aiuteranno nel produrre oggetti quotidiani in casa, riparare auto, parti di lavatrici o altri elettrodomestici, ci permetteranno di assemblare grandi costruzioni sulla terra e nello spazio ma fino ad ora non era mai capitato di salvare letteralmente una vita umana con tale tecnologia. Un gruppo di medici pieni di iniziativa dell' università del Michigan hanno salvato la vita di un bambino altrimenti destinato a non uscire vivo dall'ospedale. Kaiba è un bambino affetto da tracheobroncomalacia, una patologia per cui le cartilagini della trachea e dei bronchi sono troppo morbide per dare un sostegno alle vie respiratorie. Essa è una patologia che colpisce un bambino su 2200, ma il caso di Kaiba è uno dei più gravi. I genitori del bimbo erano al ristorante, quando egli aveva solo sei settimane, quando hanno visto il figlio smettere di respirare e diventare blu. Inutile dire che si sono precipitati in ospedale in preda al panico. I medici Glenn Green e Scott Hollister dopo aver prestato il soccorso immediato, data la gravità della situazione e il poco tempo a disposizione, hanno saltato le procedure di approvazione della tecnica da parte del FDA e hanno a stampato un calco della trachea e dei bronchi del bambino ottenuto con una TAC ad alta risoluzione. È stato usato il policaprolattone un tipo di poliestere. L'impianto provvede a tenere pervie le vie respiratorie sostenendo i tessuti e il materiale degrada in circa 3 anni un tempo ottimale poiché a quella età il bambino avrà consolidato sufficientemente le sue vie respiratorie e la rigidità della struttura di supporto. L'intervento si è tenuto il 9 febbraio del 2012. I risvolti di questa storia sono a dir poco entusiasmanti aprendo nuove importanti frontiere nella medicina, nelle protesi, nonché nei semplici impianti o corone dentali.
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