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domenica 28 luglio 2013

Due pazienti a Boston sono guariti dall'HIV dopo il trapianto di midollo osseo

A giugno  durante la conferenza del 2013 della International AIDS society, il dr Tim Hench ha fatto un annuncio straordinario: due pazienti sieropositivi ora sono diventati siero negativi, quattro anni dopo aver fatto un trapianto di midollo osseo. Sebbene il ricercatore esiti nel dichiarare una vittoria completa, poiché il virus potrebbe ancora riemergere, è sicuramente una speranza per la lunga e travagliata ricerca di una cura per l'AIDS. Le origini di questa storia ci riportano indietro al 2009 quando altri ricercatori fecero un simile annuncio per un'altro caso. Più comunemente conosciuto come il paziente Berlinese, Timothey Brown, subì un doppio trapianto di midollo osseo e lunghe ed estenuanti cure chemioterapiche, per sconfiggere una brutta leucemia. Il trapianto conteneva cellule staminali da un donatore con una mutazione genetica HIV resistente che si chiama delta 32.  Il recettore CCR5 è il punto di ingresso del virus dell'HIV che gli permette di invadere i leucociti dell'ospite. Le persone con la mutazione delta 32, circa l'1% della popolazione, sono prive di questo recettore e quindi sono HIV resistenti. Brown non solo è sopravvissuto alla leucemia e i cicli di chemioterapia, ma il virus delll'HIV sembra letteralmente sparito dal suo corpo. I medici hanno cercato tracce di HIV anche attraverso biopsie del cervello e del liquido spinale, ma a distanza di 5 anni del virus non sembra esserci traccia. Il caso di Brown sembra avere quasi del miracoloso, due patologie sparite con un unica cura. Il fattore mutazione delta 32 è stato determinate nel signor Brown, ma nei pazienti di Boston i farmaci anti retrovirali sembrano aver dato gli stessi effetti. Nel primo caso essi non potevano essere usati per via del fisico debilitato del paziente ma a Boston i due pazienti dopo il trapianto di midollo hanno seguito una terapia farmacologica senza che a loro venisse impiantato un midollo con mutazione delta 32. Essi hanno ricevuto i farmaci durante il periodo del trapianto e dopo. Ora a distanza di tempo ed interrotta la somministrazione di farmaci anti retrovirali sembra non esserci alcun segno della presenza del virus. I ricercatori spiegano l'accaduto dicendo che nel caso di Brown la mutazione delta 32 ha impedito il proliferare del virus e il midollo nuovo ha esercitato una risposta immunitaria ottimale tanto da debellare il virus. Nel caso dei pazienti di Boston i farmaci anti retrovirali hanno confinato il virus e il midollo lo ha soppresso. È chiaro che non si può pensare di aver debellato la patologia in maniera definitiva se non si attende dai 50 giorni ai sei mesi dalla scomparsa poiché il virus potrebbe riemergere, tantomeno si può pensare al trapianto di midollo come terapia di massa in quanto comporta dei rischi di mortalità del 20%. Ma è una strada aperta per i casi più severi, almeno per ora.

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