Dai primi lanci in orbita negli anni '60 ad oggi, stadi dei razzi, satelliti in disuso, pannelli solari, invadono le orbite terrestri in vari starti e ormai sono talmente tanti da essere diventati pericolosi.
Solo il 7% dei 29.000 oggetti più grandi di 10 cm in orbita intorno alla Terra sono ancora funzionanti.
A Marzo un detrito proveniente da un satellite militare russo in disuso è passato a pochissima distanza dalla stazione orbitante ISS, il detrito è stato tracciato solamente poche ore prima e quindi non c'è stato il tempo di far spostare la stazione, tutto quello che gli astronauti hanno potuto fare è stato prepararsi ad una possibile evacuazione e aspettare, questa volta è andata bene, la collisione non c'è stata, ma i rischi sono in continuo aumento.
Donald Kessler è uno dei maggiori esperti di questo problema ed iniziò a preoccuparsene già negli anni 70, mise in evidenza come il numero di detriti catalogati fosse aumentato del 13% dal 1966 al 1976 e come il numero sarebbe sicuramente cresciuto rapidamente, anche perché un'eventuale collisione provocherebbe la formazione di migliaia di detriti più piccoli e non tracciabili.
C'è un orbita in particolare all'altezza tra i 600Km e i 1200km dalla superficie terrestre, che risulta particolarmente affollata, e all'interno di questa orbita la zona dei poli è quella con la maggior concentrazione di oggetti.
Il problema è stato solo marginalmente considerato fino al 2007 quando la Cina fece esplodere un satellite in disuso per effettuare un test militare e poi nel 2009 quando un satellite vagante ne colpì uno per le comunicazioni, si vennero così a formare milioni di piccoli detriti.
A questo punto abbiamo raggiunto una fase in cui si rende necessario eliminare almeno una parte di questi residui che altrimenti renderebbero pericoloso l'attraversamento dell'orbita terrestre.
Varie opzioni si stanno valutando, più o meno tutte tendenti, con tecniche diverse, a far riprecipitare i rottami nell'atmosfera, dove si incendierebbero e polverizzerebbero divenendo innocui.
Ogni sonda o satellite dovrebbe essere programmato per scendere in un orbita sotto i 600Km alla fine del suo ciclo vitale, questo ne comporterebbe un decadimento nell'atmosfera nei successivi 25 anni.
Si potrebbero mandare in orbita dei robot spazzini che con un braccio meccanico, o con una rete nel caso il detrito sia troppo grande, possano inglobare più rottami possibile per poi essere radio-guidati verso l'atmosfera.
I detriti più pericolosi sono quelli che non possono essere visti e quindi monitorati dalla terra, in pratica quelli medi e piccoli, per questo gli Stati Uniti hanno investito ben 3,5 miliardi di dollari per un programma con cui si riescono a monitorare per ora pezzi grandi come una palla da basket, ma che ci si auspica di poter spingere fino a vedere quelli grandi come una palla da softball o anche meno.
La Darpa (defence advanced research projects agency) invece punta al riciclo, pensando alla possibilità di inviare nello spazio un robot capace di riparare i satelliti vecchi per non aver necessità di inviarne di nuovi, in questo modo i resti di satelliti in disuso diventerebbero una risorsa, purtroppo per ora però la tecnologia non è così avanzata.
Ecco un video molto interessante che illustra il punto di vista dell'ESA, agenzia spaziale europea.
Per l'eliminazione dei rifiuti spaziali c'è ancora un'altra limitazione che è quella legale, infatti uno stato non può rimuovere i detriti lanciati da un'altra nazione, ma dei 22.000 rottami tracciati che sono in orbita solo 16000 sono già stati identificati come appartenenti ad una determinata nazione.
Oggi le comunicazioni, previsioni del tempo, la televisione, sensori che monitorano l'ambiente il GPS e altro ancora dipendono dal funzionamento di questi satelliti, cosa succederebbe se si innescassero delle esplosioni a catena e tutti i satelliti smettessero di funzionare (anche se questa è una possibilità per fortuna molto remota)? In poche ore il mondo impazzirebbe, si perderebbe il controllo dei droni, dagli aerei non si potrebbe comunicare con la terra, niente più previsioni meteo che sono importantissime se si parla di navigazione navale o aerea...le telecomunicazioni sarebbero interrotte insomma la nostra vita cambierebbe radicalmente.
Forse wall-e non è lontano e lo spazzino spaziale sarà uno dei lavori del futuro.
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