In uno studio pubblicato su Nature Communication si illustra come sarà possibile ridurre addirittura di mille volte il consumo della memorizzazione su memorie magnetiche.
Lo studio è stato compiuto al centro di ricerca Elettra Sincrotrone Trieste di Area Science Park da un gruppo internazionale di ricercatori e si basa sulla magnetizzazione di un materiale attraverso un impulso elettrico.
Fino ad oggi, il modo di immagazzinare dati su un hard disk è sempre stato quello di indurre la magnetizzazione di una parte della superficie del disco tramite un elettromagnete, un processo impegnativo dal punto di vista del tempo impiegato e del consumo energetico richiesto e che non permette un'elevata miniaturizzazione, indurre questa stessa magnetizzazione attraverso un campo elettrico darebbe vantaggi enormi per la miniaturizzazione e per il risparmio energetico.
Il sistema utilizza due strati di un materiale di facile reperibilità e basso costo, uno di Ferro e uno di ossido di Bario e Titanio, questi quando vengono sovrapposti formano uno strato sottilissimo di ossido di Ferro sull'interfaccia, variando il campo elettrico sullo strato di ossido, varia il grado di magnetizzazione dell'interfaccia.
Si è dimostrato così che è possibile accendere e spegnere la magnetizzazione con l'applicazione di un campo elettrico, in maniera reversibile e a temperatura ambiente.
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