I ricercatori della Pennsylvania State University e della Catholic University of Leuven, sotto la guida di Mark Shiver e Peter Claes hanno rintracciato 24 varianti genetiche distribuite su 20 geni differenti che influenzano la conformazione del viso umano.
Sembra fantascienza, ma sempre più si avvicina alla scienza, e i ricercatori ritengono che probabilmente entro i prossimi 10 anni sarà possibile ricostruire un volto con buona precisione a partire da un campione di DNA.
Già oggi partendo dal DNA è possibile conoscere la razza, qualche tonalità di capelli, ma qui il passo avanti è notevole.
I ricercatori hanno utilizzato 600 volontari con antenati misti, cioè in parte africani e in parte europei, hanno scattato fotografie tridimensionali in una camera stereoscopica, alle fotografie è stata sovrapposta una griglia con circa 7000 punti, da qui hanno sviluppato un modello statistico per valutare come il sesso e gli antenati modificano la disposizione di tali punti, in particolare hanno cercato nei volontari 76 varianti genetiche note perché causano anomalie facciali.
Questo lavoro porterà ad una svolta nella scienza forense se riuscirà a dare un volto a chi ha commesso un crimine, ma anche in paleontologia per poter vedere come apparivano gli uomini preistorici o comunque di altri tempi di cui è rimasta una traccia genetica.
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