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sabato 1 giugno 2013

Robot umanoidi e robot specializzati

Colin Angle, 46 anni,  è il fondatore dell'"irobot", un'azienda famosa in tutto il mondo per il suo prodotto di punta che si chiama roomba, un'aspirapolvere che pulisce da solo, capace di evitare le scale, girare agli angoli, soffermarsi di più dove è più sporco, ma roomba è solamente il più famoso dei loro robot, che sono quotidianamente impiegati nel mondo per togliere le mine, sono stati inviati nei reattori di Fukushima, all'interno dei cunicoli delle piramidi in Egitto e perfino su Marte con Spirit.
A Colin Angle è stata fatta una domanda sull'umanizzazione dei robot, insomma, come mai nei libri e nei film di fantascienza i robot avevano sempre forme umanoidi e nella realtà non le hanno?
La risposta è stata decisa e sicura, è una questione di prezzo, di complessità, di solito i robot hanno dei compiti molto specifici e per questo è molto più semplice e conveniente dargli delle strutture e delle capacità mirati allo svolgimento di quel preciso compito.
Secondo Colin Angle probabilmente si continuerà a produrre robot con sembianze umane, ma soltanto a scopo di intrattenimento, mentre i robot che veramente ci aiuteranno e accompagneranno nella vita quotidiana avranno forme più o meno simpatiche e peculiari.
Intanto però un'altra informazione mi ha colpito, cioè che circa l'80% dei possessori di Roomba, il piccolo robot aspirapolvere, gli ha dato un nome!
Allora qualcosa di umano, o per lo meno animale c'è dopo tutto!
Io credo che il voler attribuire un'umanizzazione alle macchine sia un sentimento riconducibile alla semplicità d'uso e alla comunicazione, se potessi parlare alla mia aspirapolvere, o alla mia Tv (come la xbox sta per rendere possibile) o alla lavatrice sarebbe per me davvero comodo, potrei semplicemente dire " lava i panni a 60 gradi questa mattina.
Ancora un robot umanoide potrebbe svolgere diverse funzioni senza doverne avere uno specifico per ogni funzione, per esempio potrei dire "questa mattina lava e stendi i panni sistema lo schedario, lava la macchina e prima dell'una apparecchia la tavola per 4 persone" questo sì sarebbe... semplice, alla portata di tutti... magari i tempi non sono ancora maturi, ma forse ci arriveremo?
In Italia il progetto I-club sta facendo davvero grandi passi mettendo insieme neuroscienza, psicologia e robotica hanno creato un robot bambino, alto 104 cm che potrebbe essere utilizzato per l'aiuto ai disabili ma anche nelle fabbriche, la sua maggior forza sarà a quanto pare l'intelligenza!
Un giorno ci affezioneremo a delle macchine?
Proveremo per loro gli stessi sentimenti che proviamo oggi per i nostri animali da compagnia?
Secondo Colin Angle questo momento è per lo meno molto lontano nel tempo, dovremmo invece cominciare a preoccuparci che i nostri figli possano chiederci "vorrei sostituire il mio occhio con uno robotico" perché questo sta imminentemente diventando possibile, siamo vicini all'epoca dei Cyborg.
 

1 commento:

  1. La mia obiezione su quanto questo momento sia lontano è che nelle nostre valutazioni spesso dimentichiamo la curva di accelerazione. Sul quesito se ci affezioneremo? Penso che verso la metà di questo secolo le macchine avranno un'intelligenza artificiale capace di replicare apprendimento coscienza e ed emozioni. Se saranno veramente entità intelligenti indipendenti o sará un abile inganno sarà difficile stabilirlo. Esse però molto probabilmente avranno capacità di ripararsi e replicarsi, nonché auto alimentarsi magari con energia solare, senza tenere conto che la robotica meccanica classica potrà presto essere sostituita e implementata con parti biomeccaniche e altre soluzione di bioingegneria. Quando presumibilmente tra mezzo secolo saranno intelligenti, capaci di auto sostenterai e di riprodursi cosa li distinguerà da altre forme di vita biologiche classiche? Credo che in meno di un secolo verseremo la prima lacrima per una macchina ed ogni nostra cognizione etica e religiosa subirà una profonda e scioccante revisione.

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