NEO
venerdì 7 giugno 2013
Il grande fratello ci spia?
È di questi giorni la notizia riportata in parte dal Washington Post e in parte da The Guardian che la NSA ( National Security Agency) abbia portato avanti dal 2007 un programma segreto chiamato PRISM al quale avrebbero aderito Microsoft già nel 2007, Yahoo nel 2008, Google, Facebook e Paytalk nel 2009, Youtube nel 2010, Skype e Aol nel 2011 ed infine Apple nel 2012. Tale programma segreto sembrerebbe aver attinto informazioni riservate e sensibili degli utenti quali password, chat, video, foto, videoconferenze, Voip, dati conservati in rete, dettagli dei profili social network, trasferimento di file e altro. A questo sembrerebbe aggiungersi il monitoraggio dei tabulati delle telefonate degli utenti della compagnia telefonica Verizon, Microsoft e Google hanno dichiarato di fornire i dati al governo Americano nel pieno rispetto della legge, Yahoo Facebook e Apple negano di essere stati a conoscenza del progetto PRISM e di aver dato accesso ai dati solo sotto richiesta dei giudici. I giornalisti dicono di essere venuti in possesso di un documento dettagliato fatto di slides realizzate con Powerpoint e che l'NSA avrebbe avuto accesso diretto ai server di tali aziende. Tale programma sembrerebbe essere stato iniziato dall'amministrazione Bush dopo l'11 settembre e proseguito da quella Obama. Inutile ribadire lo sgomento che tale notizia ha generato in rete. Pronta, sembrerebbe essere stata, secondo i giornalisti, la risposta del governo americano nel dire che il progetto non era mirato a minare la privacy dei cittadini americani, ma a controllare gli utenti Esteri per ragioni di sicurezza (come se gli altri cittadini del globo non avessero diritti?! n.d.a.). Lascio però a chi di competenza commenti politici e di cronaca, ma colgo lo spunto di questa notizia per affrontare un tema importante in una società che si evolve. Come ha detto un ricercatore: "Se venissero gli alieni e ci dicessero vi diamo tutta la tecnologia che vi serve in cambio dovreste rinunciare alla vostra privacy diremmo di no. In realtà alla nostra privacy già abbiamo rinunciato da tempo". In effetti la rete pensante e cosciente si basa sulla rinuncia stessa ad una privacy personale. In un mondo di micro gruppi aggregati per interessi e non per confini geografici anche le guerre assumono un carattere diverso. Esse si spostano dalle frontiere ad azioni terroristiche che contrappongono gruppi sociali interconnessi. Chiaramente i governi hanno bisogno di aumentare i livelli di sicurezza ma devono evitare di abusarne tutelando comunque tutti i cittadini del mondo non solo quelli del paese di appartenenza. Le sopra citate aziende operano a livello globale ed è quindi giusto costituire un osservatorio internazionale presso l'ONU per determinare delle direttive comuni da applicare nei paesi dove tali servizi operano attivamente. Possiamo certamente rinunciare a parte della nostra privacy per usufruire di una rete globale e vivere in sicurezza, ma le regole devono essere chiare tra cittadini e governi affinché ci sia la massima trasparenza nelle operazioni governative.
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