A dieci anni dalla mappatura del genoma umano, gli Stati Uniti hanno annunciato di voler intraprendere un nuovo megaprogetto scientifico, centrato questa volta sul cervello. Il programma si chiama Brain Activity Map (BAM) e ha l'obiettivo di mappare l'attività di ogni singolo neurone che compone i circuiti nervosi cerebrali, al fine di comprendere come, dall'azione coordinata di miliardi di cellule, emergano le proprietà della mente.
Del Brain Activity Map gli addetti ai lavori avevano già sentito parlare negli anni scorsi, e a giugno 2012 un articolo piuttosto tecnico, pubblicato sulla rivista specializzata Neuron, ne aveva illustrato in modo abbastanza dettagliato le caratteristiche. La possibilità che un programma così complesso e ambizioso venisse davvero avviato ha però preso corpo solo a metà febbraio, quando il presidente Barack Obama ha annunciato di volerlo finanziare in un'occasione davvero importante e ufficiale per gli Stati Uniti: il discorso sullo stato dell'Unione. Il progetto è stato ampiamente illustrato su un articolo di Science e criticato da molti perchè sottrarrebbe soldi a iniziative di ricerca piu piccole e perché il progetto richiederebbe un tempo indefinito. La storia insegna che le previsioni cosi pessimistiche sono però frutto di visioni miopi che non tengono conto dell'accelerazione tecnologica e della legge di Moore. Infatti la rapida accelerazione tecnolgica raddoppia ogni anno le capacità di calcolo e ne dimezza i costi ed è per questo motivo che un progetto come quello del genoma umano, che sembrava impossibile si è realizzato in poco tempo. Inoltre i risvolti di tale ricerca sono enormi in campo medico, ma vanno molto oltre. Una mappatura completa del cervello umano permetterà una virtualizzazione della mente umana non solo aumentando le capacità della intelligenza artificiale ma permettendo il bacup della mente, nel momento in cui le tecnologie diagnostiche e mediche lo permetteranno, aprendo la porta alla trascendenza umana dal proprio corpo. Gli antichi credevano che l'anima risiedesse nel cuore, tanto che durante i primi trapianti di cuore nel secolo scorso si faceva entrare il coniuge per primo per verificare il riconoscimento emotivo. la scienza ha ovviamente fatto passi da gigante, ma cosa succederà quando verrà svelato l'ultimo nascondiglio dell'anima, il cervello? in fondo ciò che determina la nostra identità non è il esso ma la nostra mente, così come a determinare un fiume non è esattamente l'acqua che vi scorre in quel monento ma il suo letto, lo specchio d'acqua ed il panorama. il fiume seppur in un contesto estremamente dinamco conserva la sua identità nel tempo. Le implicazioni saranno una forte revisione dei nostri concetti etici, religiosi e filosofici ed è per questo che è importante adottare oggi politiche a lungo termine per realizzare tali progetti ma anche per prearare ed erudire le nuove generazioni all'impatto sociale che queste avranno.
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